Armenia: preoccupazione e tensione per l’attacco dell’AzerbaijanSettembre ’22

In Armenia, dopo il ritardato acquisto di un forno per il pane causa Covid e guerra con l’Azerbaijan nel Nagorno Karabakh (2020), la Rete Radiè Resch ha recentemente avviato un’operazione di sostegno a corsi di formazione professionale per panettieri presso il Centro Socio-Educativo di Gyumri, rivolti a persone di famiglie in grave difficoltà economica e sociale. La produzione del forno copre anche le necessità di una scuola d’infanzia con 75 bambini di famiglie povere che mangiano 1-2 volte presso il Centro. In seguito alla conclusione del corso la ricerca di lavoro avviene in collaborazione con il Comune di Gyumri.

Due settimane fa Tereza Sargsyan, referente del progetto in costante contatto con Karine (responsa-bile del Centro) scrive del clima di preoccupazione e tensione interna all’Armenia a seguito degli attacchi con artiglieria e droni dell’Azerbaijan e gli scontri a fuoco lungo estesi settori del confine tra Armenia e Azerbaijan avvenuti tra il 12 e il 14 settembre. Gli scontri hanno causato oltre 200 morti tra i soldati e oltre 7.600 persone evacuate per motivi di sicurezza dai piccoli centri abitati più esposti all’attacco. Eppure i negoziati di pace tra i due Paesi dopo l’ultimo conflitto del 2020 sono in fase avanzata…

Un’analisi lucida di Giorgio Comai, pubblicata su ‘Osservatorio Balcani e Caucaso Trans-Europa’ il 19 settembre, interpreta l’attacco dell’Azerbaijan come “pro-memoria” della superiorità militare dell’Azerbaijan e minaccia all’Armenia per poter imporre le proprie condizioni nel negoziato, e spiega “perché proprio in questo momento”. In sintesi, perché il contesto internazionale è estremamente favorevole all’Azerbaijan: (1) la Russia, storico alleato dell’Armenia e garante dell’armistizio del 2020, ha altre priorità in questo momento; (2) sebbene l’Unione Europea abbia intimato di interrompere le azioni militari, in questo momento difficilmente rinuncerebbe alle forniture di gas dall’Azerbaijan, essenziali per supplire alle ridotte importazioni dalla Russia; (3) l’attuale dinamica dei prezzi degli idrocarburi garantisce un aumento elevato del bilancio dell’Azerbaijan per quest’anno e il futuro prossimo. Spiega inoltre che l’Azerbaijan vuole concludere un accordo di pace con il riconoscimento dell’integrità territoriale dei due Paesi senza alcun riferimento ai diritti della popolazione armena del Nagorno Karabak (una regione autonoma a maggioranza armena che si trova all’interno dei confini dell’Azerbaijan, che ha costituito la ragione della guerra del 1992-94 e successivamente del 2020) e con la creazione di un corridoio che passa attraverso l’Armenia (ma al di fuori della giurisdizione armena) per facilitare il collegamento dell’Azerbaijan con la Turchia. Il rischio è che rinnovate tensioni portino a una nuova guerra e che la popolazione armena del Nagorno Karabak sia vittima di pulizia etnica.