Haiti: blocco quasi totale delle attività, carestia e ritorno del coleraOttobre ’22

Ottobre 2022: Jean e Martine, referenti dell’operazione della Rete Radié Resch a sostegno della scuola nell’area rurale di montagna di Dophiné, ci informano che a causa del blocco quasi totale delle attività in tutto il paese anche le scuole restano chiuse fino a data da destinarsi.

Il blocco prosegue ormai da settembre, da quando il governo provvisorio di Ariel Henry (primo ministro ad interim dopo l’assassinio del presidente Moise il 7.07.21) ha deciso di aumentare del 100% il prezzo dei combustibili. L’attuale crisi dei combustibili è legata non solo a un problema di malgoverno, ma soprattutto al monopolio da parte di un consolidato gruppo economico. La scarsità di prodotti petroliferi verrebbe creata ex-novo da affaristi economici mafiosi, per favorire la corruzione su larga scala e l’arricchimento illecito. Per questo motivo, i mafiosi si avvalgono dell’aiuto di bande armate criminali in modo palese (es., dal 2021 l’accesso al terminal di Varreux, a nord di Port-au-Prince, dove sono stoccati il ​​70% dei prodotti petroliferi di Haiti, è bloccato dalla banda armata G9 che ne controlla il movimento). L’aumento dei combustibili ha scatenato le rivolte della popolazione.

Il 13 ottobre Maurizio Barcaro, responsabile della missione Lakay Mwen (la mia casa) nella zona nord della capitale, scrive “la popolazione ha bloccato tutte le attività con manifestazioni, barricate infiammate, saccheggi e attacchi a strutture statali sia qui nella capitale che in quasi tutte le città di provincia. Le bande di criminali, che controllano ormai il 70% della capitale, approfittano della situazione per cercare di occupare indisturbati altre zone della capitale. C’e per esempio la potente banda di un certo IZO, la banda che controlla l’uscita sud della capitale, che da quasi un anno applica tariffe su macchine, camion, bus e persino moto per passare e andare verso il sud del paese. …La prima vittima della banda di IZO è la “minoterie”, l’unica fabbrica dove si produce farina e derivati vari nel paese, quindi mancheranno presto pane e altri derivati tipo mais, bulgar (diversi grani integrali insieme) e pitimi (sorgo). La banda sembra intenzionata ad occupare la zona di Canahan, una vasta bidonville occupata ormai da migliaia di famiglie e da dove arrivano anche molti dei nostri bambini. E’ una zona strategica che permetterebbe il controllo su tutto il traffico in uscita e entrata della capitale. Ovviamente le famiglie temono invasione e violenze. La presenza della polizia è zero. …Il clima sociale è di totale anarchia, l’economia bloccata dall’impossibilita di trasportare le merci, così nei paesi di provincia c’è vera carestia di tutto. Riso, olio, sardine, spaghetti, aringhe e altre cose si trovano a prezzi esorbitanti (es., il riso costava circa 480 dollari haitiani a fine agosto, ora ne costa 1250, ma si trova ormai a fatica). L’inflazione è altissima (negli ultimi mesi attorno al 29%). Nella capitale violenza continua, sequestri di persona, saccheggi e ora il ritorno del colera dove la gente non ha facile accesso all’acqua potabile, quindi nelle bidonville, nelle prigioni e persino negli ospedali. Tutte queste condizioni stanno creando una vera e propria crisi umanitaria in un paese che è perennemente in crisi. Vecchi e bambini sono i più vulnerabili e pagano il prezzo di tutto questo in silenzio e rassegnazione.”