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San Paolo, Brasile: 50a sessione del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) Giugno ’22

Il 24 e 25 maggio presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di San Paolo si sono svolte le udienze pubbliche della sessione del TTP su “Pandemia e Autoritarismo. La responsabilità del governo Bolsonaro per la violazione sistematica dei diritti fondamentali della popolazione brasiliana perpetrata attraverso politiche imposte con la pandemia di Covid-19”. Centinaia di persone hanno partecipato in presenza, migliaia hanno seguito in connessione da remoto. La giuria internazionale sta lavorando sugli elementi presentati per poi divulgare il verdetto. Al governo brasiliano è stata notificata dalla segreteria del TPP, con debito anticipo, la denuncia, ma l’esecutivo non ha inviato nessun rappresentante per la difesa davanti al tribunale. Gianni Tognoni, segretario generale del TPP che in collegamento a distanza dall’Italia ha aperto la sessione, scrive:

Contrariamente alle precedenti, questa Sessione ha avuto un iter preparatorio molto compatto, in un certo senso d’urgenza. I contenuti sono riassunti nel titolo ufficiale dato al processo. La richiesta è stata formulata negli ultimi mesi del 2021 dalla Commissione per la difesa dei diritti umani Dom Paulo Evaristo Arns – cardinale simbolo della resistenza alla dittatura militare – e da realtà rappresentative delle forze di opposizione interne al Governo di J. Bolsonaro, come l’Articolazione dei popoli indigeni del Brasile (Apib), la Black coalition for Rights e i Public Services International.

I motivi della richiesta – molto ben dettagliati nel lungo atto di accusa– hanno messo in evidenza come le politiche e le pratiche adottate dal Governo Bolsonaro per il controllo della pandemia virale erano state programmaticamente rivolte ad accentuare le situazioni di marginalità, discriminazione, fino a politiche con caratteristiche di crimini contro l’umanità e direttamente genocidarie per intere popolazioni come quelle dei popoli originari ed afro-discendenti.

La giuria – presieduta da Luigi Ferrajoli e composta da rinomati esperti nei campi del diritto, delle scienze sociali e della salute globale ha ascoltato molti esperti e testimoni dei diversi aspetti dell’atto di accusa e ha avuto formalmente accesso alla documentazione prodotta negli ultimi mesi. La complessità della situazione, che incrocia anche le crescenti tensioni di questo periodo pre-elettorale, fanno prevedere che la fase deliberativa non potrà concludersi prima della fine di luglio.”