Gustavo Gomez, Tucuman: Crimini ambientali in Argentina, e non solo Aprile ’24

Il dottor Gustavo Gomez, Procuratore Federale argentino, offre da numerosi anni assistenza giuridica ai campesinos di Loncopuè e di altre zone dell’Argentina, per la difesa dei loro diritti e della terra che lavorano da diverse generazioni. Nell’ambito dell’operazione ‘Mesa campesina’ sostenuta dalla Rete Radié Resch (referente Viviana Vaca, in contatto con la Rete di Noto), ha supportato la popolazione campesina nella lunga lotta popolare contro l’istallazione di una miniera di rame a cielo aperto, sfociata nella vittoria del referendum comunale e la sospensione dei lavori fino ad oggi. Riportiamo qui alcuni estratti di un suo video-intervento al Convegno della ReteRR.

“… In Argentina siamo in pochi Procuratori. Noi Procuratori federali ci occupiamo dei delitti eccezio-nali. Tra questi, i delitti ambientali (ma anche casi di narcotraffico, corruzione, ecc.).

Trent’anni fa iniziai la mia prima causa penale per un crimine ambientale. Fu l’”impetrolamento”  di 17.000 pinguini della costa del Chubut. Da lì in avanti ho iniziato tante cause penali per crimini ambientali, per esempio per la contaminazione delle miniere a cielo aperto, la contaminazione con agrotossico, la contaminazione dell’acqua con liquidi cloacali di fiumi non trattati nelle città e con residui patogeni che gettano cliniche e ospedali.

Per questi crimini sono stati giudicati e condannati numerosi imprenditori e le autorità che li coprivano, un direttore di ospedale, un amministratore e un sindaco che erano incaricati di gestire i rifiuti e non lasciare che contaminassero l’acqua. Queste condanne sono state molto importanti. Ora stiamo investigando altri delitti ambientali in Tucuman, e aspettando di ottenere i giudizi per altre 10 cause. Ma mancano i giudici.

I crimini ambientali non sono un problema solo dell’Argentina. Il mondo intero è la base, il Pianeta Terra, la Pacha Mama è la vittima di questi crimini.

Riconoscerci vittime di questi delitti ambientali è il primo passo fondamentale per affrontarli.

Ma noi non lo facciamo. Perché quando un ladro entra nella mia casa e ruba, immediatamente io vado alla polizia a denunciare il crimine del furto nella mia casa. Però se bevo acqua contaminata che esce dal rubinetto della mia casa, non mi preoccupo di sapere se è acqua potabile o no, perché mi hanno detto che è acqua potabile. La verità, però, è che in Argentina sono molto poche le città dove arriva acqua potabile nelle case. E tutti credono che arrivi acqua potabile. Una volta che comprendiamo che siamo vittime dei crimini ambientali, è necessario comprendere che non siamo l’unica vittima, che la vittima principale è il Pianeta Terra con tutti i suoi abitanti.

Il secondo passo è fare la denuncia penale, per noi Procuratori federali aiutare i cittadini a fare la denuncia penale. E qui abbiamo il primo problema: né i giudici, né i procuratori, vogliono fare una denuncia penale per un delitto ambientale perché dietro ogni delitto che riguarda l’ambiente c’è il potere economico e il potere politico. Per questo ci sono i cittadini che appoggiano coloro che vogliono indagare, e devono riuscire a fare nomi. Io non potrei parlare con voi in qualità di Procuratore, se non avessi cittadini che dal basso mi difendono davanti ai miei superiori gerarchici ed evitano che mi buttino fuori.

In Argentina, come Procuratori federali che indagano e impugnano delitti ambientali siamo pochi e molto isolati. Fondamentalmente a causa di una serie di ostacoli. I principali:

1- L’Università, il Diritto accademico. Nelle Università non li insegnano i delitti ambientali. Sono legiferati, sì. Ci sono molte Specializzazioni in Diritto Ambientale, ma l’investigazione sui crimini ambientali neanche si menziona.. così non ci sono avvocati che iniziano cause per questi crimini.

2- Le eccessive diagnosi sulla pessima situazione in cui si trova il nostro Pianeta. Davanti a tante e diverse diagnosi, ci spaventiamo e non facciamo nulla per indagare sulle origini specifiche nei territori colpiti e dare impulso ad azioni penali.

3- La nostra Chiesa Cattolica, che sbaglia nella mancata collaborazione alle indagini sui crimini ambientali. Papa Francesco ha recentemente parlato della necessità di legiferare l’ecocidio. In realtà abbiamo una legislazione molto buona, ma non abbiamo chi la applichi.”

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