Haiti: l’operazione scuole rurali continua nonostante la ferocia delle gang criminali Ottobre ’23

Purtroppo e, da molto tempo, abbiamo notizie sempre preoccupanti da Haiti, dove gli amici Jean e Martine, responsabili dell’FDDPA (Forza per la Difesa dei Diritti dei Contadini Haitiani), gestiscono le scuole nell’area rurale di montagna di Dophiné, con il sostegno della Rete Radié Resch.

Il 3 ottobre Lucia Capuzzi scrive su ‘Avvenire’: “A 347 giorni dal primo accorato appello, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha autorizzato una missione di sicurezza di un anno per liberare Haiti dalla ferocia delle oltre duecento gang criminali, che tengono in ostaggio l’isola e i suoi abitanti da oltre cinque anni. Un conflitto “raccapricciante”, per utilizzare l’espressione dell’Onu, che ha ucciso, solo tra lo scorso ottobre e giugno, più di 3.000 persone, a cui si sommano i 238 linciati tra aprile e giugno dalle brigate di autodifesa – le cosiddette “Bwa Kalé” – in quanto sospettati di essere esponenti delle bande. Nel frattempo, gli sfollati in fuga dai quartieri occupati dai gruppi armati sono oltre 200mila nella sola Port-au-Prince. Un fiume umano che cresce giorno dopo giorno, al ritmo di 34 persone all’ora.

A guidare il contingente sarà il Kenya, che ha messo a disposizione 1.100 truppe. L’obiettivo è realizzare operazioni mirate insieme alla polizia locale al fine di proteggere le infrastrutture sensibili: porti, aeroporti, vie di comunicazione strategiche, scuole e ospedali. Sull’iniziativa restano però perplessità dovute agli scarsi risultati dei precedenti interventi delle Nazioni Unite, come pure la scelta di affidare la guida al Kenya, i cui peacekeeper sono stati accusati di violazioni dei diritti umani in vari contesti dove hanno operato, dal Libano alla Somalia. Ma il protagonismo di Nairobi è stato la chiave per ottenere l’assenso di Russia e Cina che hanno con il Paese africano forti rapporti politici e commerciali.”

Il 10 ottobre la Rete di Padova ci invia le brevi notizie ricevute da Jean e Martine:

“Qui cerchiamo di mantenerci, ma è molto difficile perché dobbiamo metterci al riparo per sopravvivere con questa insicurezza. Riusciamo ancora a far funzionare le scuole, il centro sanitario FDDPA e la cooperativa.”

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